Sinossi. Chiusa in una piccola casa di città, Francesca passa le giornate a spiare i vicini, catturata prima dai pianti dei bambini, poi dai gesti degli adulti nei loro confronti. E sarà il piccolo dirimpettaio, a cui attribuisce il nome di Primo, a suscitarle il desiderio di relazioni affettive, fornendole la chiave per accogliere pezzi della propria vita e intervenire in quella degli “altri”. Così la donna, attraverso un quadro della realtà contemporanea popolata soprattutto dalla presenza di “esclusi”, riuscirà a rintracciare e raccontare la propria storia. Al centro del romanzo ci sono i bambini, la loro sensibilità, la tenerezza di cui hanno bisogno, le violenze, più o meno evidenti, cui sono sottoposti, e le donne, di varie estrazioni, paesi ed esperienze, con destini spesso durissimi, fatti di sopraffazioni cui non possono non ribellarsi. Intorno gli uomini: violenti, crudeli, e anche deboli, intrappolati in ruoli assegnati a cui non riescono a sfuggire. Cercando Bambina intreccia storie, reali e surreali, afferra attimi di quotidianità, ricompone vissuti con lo sguardo disincantato e interrogativo della protagonista.
Con uno stile necessario per accogliere visioni e dar loro vita, la scrittura di Anna Santoro forza i canoni della lingua e della struttura narrativa, così da svelare la “seconda realtà” con l’intento di superarla grazie alla forza creatrice dell’immaginazione.