Giannermete Romani, laureato in lingue e letterature straniere all'Università di Perugia, con una tesi sull'autobiografia di Mark Twain, si è occupato in particolare di studi sulla letteratura angloamericana, francese e italiana con una attenzione alla poesia e alla narrativa dell'Ottocento e del Novecento.
Appassionato cultore del teatro in tutte le sue forme, predilige le sue manifestazioni popolari, quelle in cui le storie emergono dal vissuto e dalle trame condivise da piccole comunità. Attore egli stesso, si è occupato della regia, della raccolta orale e della composizione di testi teatrali. Con Graziano Vinti ha scritto e rappresentato lo spettacolo di narrazione teatrale “Storie lunghe un fiume. Voci e memorie del Tevere” liberamente tratto dal libro pubblicato con ali&no.
Traccia e scrive itinerari di viaggio attingendo il più possibile dalle fonti orali e narrando i paesaggi e gli incontri attraverso la memoria e il racconto autobiografico.
Responsabile di progetti di educazione ambientale, coordina anche attività di educazione terapeutica rivolta a pazienti affetti da patologie croniche quali il diabete.
![]() |
Un viaggio a piedi dalla sorgente del Tevere attraverso l’Umbria raccogliendo storie di vita e d’acqua. Storie di guerra e d’amore, storie contadine, storie di piene, a volte drammatiche a volte superbe, mai banali, vissute dalla gente di fiume. Personaggi fuori dal tempo: Anselmo, Livio, Ginetta, Ettore, Salvatore, Silvana, Primo, Nina, Guglielmo, le lavandaie e i barcaioli, i mugnai e i contadini, le nonne, le madri, le dee e i mille altri uomini e donne nominati solo per soprannome come loro stessi facevano per questi luoghi. Memorie raccolte durante il cammino, che non hanno forma come l’acqua, che scorrono leggere come le nuvole e prendono corpo solo guardandole con occhi da bambino, vite difficili, forti e ruvide come le mani di chi si racconta con ironia e innocenza. |
|
![]() |
"Il panorama che vi si gode è incantevole: immaginati un anfiteatro smisurato e tale che la sola natura lo possa formare. Un’ampia ed estesa pianura è cinta da monti, i quali recano nella loro parte superiore alte ed antiche foreste (…)". Così Plinio il Giovane presentava venti secoli fa la Valtiberina e i suoi monti a Domizio Apollinare. Da Sansepolcro ad Anghiari, da Pieve Santo Stefano alle sorgenti del Tevere, passeggiando lungo sentieri di montagna e le vecchie strade altotiberine tra Toscana e Umbria, in un territorio aspro e dolce allo stesso tempo, magico e religioso, ricco di eremi e di credenze ancestrali, di mille storie e altrettanti personaggi leggendari che da secoli animano questi luoghi. |
|
![]() |
Queste pagine raccontano storie di vita e d’acqua. Storie di guerra, storie d’amore, storie contadine, storie di piene, a volte drammatiche a volte superbe, mai banali, vissute lungo ‘il fiume sacro ai destini di Roma’. Personaggi fuori dal tempo, Anselmo, Livio, Ginetta, Ettore, Salvatore, Silvana, Primo, Nina, Guglielmo, le lavandiaie e i barcaioli, i mugnai e i contadini, le nonne, le madri, le dee e i mille altri uomini e donne nominati solo per soprannome come loro stessi facevano per questi luoghi. Memorie che non hanno forma come l’acqua, storie che scorrono leggere come le nuvole e che prendono corpo solo guardandole con occhi da bambino, storie importanti, forti e ruvide come le mani di chi si racconta con ironia e innocenza. |
|


