Le doti di scrittura di Andrea Bossi (Sinalunga, 1973) iniziano presto. In seconda elementare la maestra Maria Vannucci lo porta in tutte le classi a leggere il suo pensierino di quattro pagine scritto in memoria della mamma. Appassionato di musica fin da bambino, il nonno tenore gli insegna a suonare il piano a orecchio e a cantare. Con il tempo si perfeziona e inizia a scrivere testi di canzoni.
Si è diplomato come operatore turistico a Cortona, iniziando a viaggiare molto presto prima come accompagnatore di gruppi a Firenze, Torino e Vienna, poi come animatore in villaggi vacanze e infine per interesse personale. Ispirato al pensiero del filantropo imprenditore americano Bernard Kinsey, ha iniziato la sua carriera come barista all’età di 21 anni rilevando il bar nella piazza centrale del suo paese e incontrando Giovanni Pintus, la persona che lo ha avviato all’arte del gelato artigianale. Negli anni si è perfezionato seguendo vari corsi, il più importante ad Arezzo con Sergio Dondoli, campione del mondo di gelateria, riuscendo a creare gusti innovativi con combinazioni cromatiche e sensoriali ispirate agli incontri importanti della sua vita.
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«Mi disse che avrei potuto scrivere qualcosa su tutto ciò che conosco del gelato, e anche le mie storie di vita e le emozioni intrecciate con le mie creazioni, una sorta di autobiografia attraverso il gelato. In quel preciso momento dentro di me si è mosso qualcosa che lì per lì non ho riconosciuto, ma che poi si è materializzato fino a prendere una forma ben precisa, quella di un libro. Ci sarebbe stato il mondo in un gelato, pensai. La sfida era difficile ma molto stimolante. Avrei potuto raccontare le mie esperienze personali attraverso ogni gusto che ho creato, avrei potuto cucire i ricordi ai colori, ai sapori e agli odori delle mie creazioni». |
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